L’Europa alla prova di un sistema agroalimentare sostenibile

Nonostante l’emergenza in corso, è tempo di ripensare alla sostenibilità dell’agricoltura in Europa. Il 25 febbraio venti ONG hanno inviato una lettera al vicepresidente e a una selezione di commissari della Commissione Europea, chiedendo di ridurre e migliorare la produzione di carne, latticini e uova nella Farm to Fork (F2F) Strategy. Poco dopo, il 9 marzo, 3600 scienziati hanno pubblicato un articolo di condanna verso la PAC e la sua strategia di sostegno agli allevamenti intensivi.

Cosa sono PAC e F2F?

La Politica Agricola Comune (PAC) è l’insieme delle norme dell’Unione Europea indirizzate allo sviluppo di un settore agricolo uniforme in tutto il territorio comunitario. La PAC impegna ben il 34% del bilancio dell’UE per tutelare la produzione alimentare europea attraverso l’erogazione di pagamenti diretti, di misure di mercato e di fondi per lo sviluppo. Al tempo stesso, questa politica – definendo il settore agricolo dell’UE – contribuisce alla perdita di biodiversità su larga scala, alla crisi climatica, all’erosione di suolo e alla degradazione della terra. In questi anni i programmi PAC in grado di controbilanciare tutto questo non sono stati adeguatamente finanziati, per questo gli scienziati chiedono che si cambi radicalmente l’insieme delle norme per centrare sia gli obiettivi ambientali che quelli socioeconomici. La PAC attuale è in scadenza: è tempo, per i Paesi membri, di redigerne una nuova, ed è qui che entra in gioco la Farm to Fork Strategy.

Farm to Fork (F2F) è una delle strategie presenti nell’European Green Deal e ha l’obiettivo di rendere più sostenibile il settore alimentare e dell’agricoltura. Questo documento dovrebbe aiutare la Commissione Europea a definire la nuova PAC che sarà attiva dal 2021 al 2027, ma secondo gli scienziati contiene indicazioni troppo vaghe.

Cosa chiedono gli scienziati

Gli autori sostengono che tutti gli elementi della PAC, senza eccezioni, debbano essere allineati con i principi di sostenibilità e multifunzionalità agricola e possano mirare alla generazione di beni pubblici. Le richieste avanzate sono dieci: nei primi due punti, gli scienziati chiedono che si supporti la mitigazione del cambiamento climatico attraverso una riduzione delle emissioni di gas serra e che, nello specifico, vengano aboliti i sussidi per gli allevamenti e i sistemi di produzione intensivi.

Lo scenario business as usual non è più un’opzione. Trasformare la PAC aiuterà gli agricoltori ad adattarsi alle sfide della sostenibilità e sarà un punto di riferimento per il Green Deal e la nuova Commissione Europea, ma avrà bisogno di molto coraggio politico per avere la meglio sulle resistenze al cambiamento.

Uno stralcio dell’articolo “Action needed for the EU Common Agricultural Policy to address sustainability challenges” firmato dai 3600 scienziati.

La lettera

Tra i promotori dell’iniziativa c’è anche Greenpeace, che ha da poco pubblicato una nuova analisi. La ONG sostiene che, per fronteggiare la crisi climatica, il consumo di carne in Europa dovrebbe diminuire del 71% entro il 2030 e dell’81% entro il 2050 (in Italia del 70% e 80%, rispettivamente). Tradotto in peso, ogni cittadino europeo ne avrà a disposizione circa 460 g alla settimana nel 2030 e 300 g nel 2050. Il consumo effettivo potrebbe anche essere minore, riferiscono gli esperti, perché questo dato comprende sprechi e perdite lungo la catena alimentare.

Oggi, in Europa, il consumo medio pro capite di carne (sia bianca che rossa) supera i 1500 g alla settimana: il doppio della media mondiale, che diventa il triplo se si parla di derivati del latte.

La scienza è schiacciante su questo punto – il consumo eccessivo di carne e latticini sta distruggendo le foreste, sbriciolando la natura e riscaldando il pianeta. La Commissione vuole parlare di garantire alimenti sani e convenienti prodotti in modo sostenibile? Ottima idea, ma ciò significa che è tempo di parlare di ridurre i derivati animali.

Sini Eräjää – Greenpeace EU agriculture and forest campaigner

Tempo di agire

Ora l’attenzione è tutta sugli Stati che devono rispondere a quanto richiesto, preparando la programmazione 2021-2027. La scadenza di questi giorni è stata prorogata di un mese a causa dell’emergenza Covid-19, ma il PPE chiede di posticiparla a dopo l’estate per via della crisi del settore agroalimentare in arrivo.

Il commissario UE designato all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha assicurato che stanno lavorando a una semplificazione delle procedure per non ritardare i lavori della PAC. E conclude:

La crisi climatica non se ne andrà ed è indispensabile che la nostra società diventi sostenibile per assicurare la sua resilienza a lungo termine.

Janusz Wojciechowski, Commissario UE all’agricoltura

Per tutti questi motivi noi crediamo che sia fondamentale ridurre il consumo di proteine animali, ma sappiamo che la transizione non sarà semplice e dovrà coinvolgere tutta la filiera agroalimentare. Noi lavoriamo con la ristorazione collettiva: insegniamo a mense e aziende come introdurre gradualmente nuovi piatti di sicuro successo ed ecosostenibili, con benefici immediati per la salute e l’ambiente.


Valentina Taglietti

Food policy manager

Laureata in Biologia applicata alle Scienze della Nutrizione, si occupa di divulgazione ed educazione alimentare. Coordina il progetto MenoPerPiù, nel quale gestisce i rapporti istituzionali e con le aziende, lo sviluppo dei progetti e la comunicazione digitale.