“Mense per il clima”: chiediamo menù universitari più sostenibili
Da oggi MenoPerPiù raddoppia: abbiamo lanciato la campagna Mense per il Clima, per chiedere piatti a basso impatto ambientale nelle mense degli atenei italiani.
Una decisione urgente e necessaria, perché in Italia, nella maggior parte delle mense universitarie, il menù è uguale da sempre, con carne tutti i giorni e un’offerta di proteine vegetali che invece si limita ai ceci sconditi nel banco delle insalate. C’è un divario tra il cibo servito e le esigenze della popolazione studentesca, sempre più attenta alla questione ambientale e a ridurre i consumi di prodotti animali.
Abbiamo deciso di intervenire per questo: dare voce a studentesse e studenti e agevolare la transizione verso una mensa che guardi al presente e al futuro.
L’importanza delle proteine vegetali
La produzione di carne e derivati è basata su un sistema inefficiente e legato a numerose problematiche ambientali.
Gli allevamenti sono responsabili del 15% delle emissioni di gas serra riconducibili all’attività umana e, tra pascoli e campi destinati alla produzione di mangime, sfruttano l’83% di tutte le terre agricole globali. Non solo: insieme alla coltivazione di soia (ricordiamo che il 77% di tutta la soia prodotta diventa mangime per gli animali) sono anche la causa principale della deforestazione, che comporta una perdita irreversibile della biodiversità, e sprecano moltissima acqua – particolarmente preziosa quando si parla di siccità.
Quello attuale è un modello produttivo non più sostenibile, che sta accelerando l’intensificarsi di eventi climatici estremi in Italia e nel resto del mondo. Benzina sul fuoco dell’emergenza climatica.
La soluzione viene suggerita dalla comunità scientifica internazionale che, ormai da molti anni, invoca un cambio di paradigma alimentare: integrare le proposte vegetali nel menù è lo strumento più efficace per frenare la crisi climatica e, al tempo stesso, migliorare i problemi di salute pubblica.

Cosa succede all’estero
A Berlino gli studenti hanno chiesto e ottenuto una vera e propria rivoluzione vegetale nelle mense dell’università: carne e pesce compaiono ora solo raramente, pari a circa il 4% del menù. Anche nel Regno Unito molte università hanno eliminato la carne per ragioni ambientali: Goldsmiths, Cambridge e University of London, ad esempio.
Negli Stati Uniti, le due più importanti società di catering (Aramark e Sodexo) hanno annunciato che entro il 2025 serviranno moltissimi piatti vegetali, che andranno a costituire, rispettivamente, il 44% e il 42% dei loro menù universitari.
L’insostenibile impatto ambientale delle proteine animali è oggi a tutti gli effetti una tematica affrontata con serietà da parte delle istituzioni che vogliono perseguire la strada della neutralità climatica – o che, almeno, vogliono provarci.
La situazione italiana
In Italia ci sono quasi due milioni di iscritti all’università che, se potessero trovare facilmente in mensa dei piatti vegetali, buoni ed economici con cui ridurre il consumo di carne, contribuirebbero a generare un enorme impatto positivo sull’ambiente.
I dati sui cambiamenti dei consumi a tavola indicano chiaramente come l’interesse si stia spostando verso un’alimentazione più vegetale, soprattutto tra i giovani: il 26% della popolazione italiana sta eliminando o riducendo il consumo di carne e 1,5 milioni di italiani sono vegan (Nomisma “Osservatorio The World After Lockdown”, 06-2021), mentre l’88% della popolazione italiana fa scelte sostenibili quando acquista prodotti alimentari e bevande (Nomisma “La sostenibilità nella quotidianità degli italiani”, 08-2021).
C’è un precedente positivo: a settembre 2022 abbiamo realizzato un esperimento con l’Università di Firenze, proponendo un menù interamente vegetale per 250 persone nella mensa di Novoli. Confrontando l’impatto ambientale delle ricette proposte con quelle tradizionalmente in menù si è risparmiato il 33% d’acqua e il 75% di emissioni, vale a dire tre volte un viaggio in macchina Bolzano – Reggio Calabria.
Ora è il momento di agire su larga scala: scopri la nostra campagna Mense per il Clima.