Centinaia di accademici chiedono pasti 100% vegetali nelle università del Regno Unito
Il mondo accademico e dell’attivismo di tutto il Regno Unito chiedono a gran voce alle università inglesi mense completamente vegetali nei loro campus.
È questo il contenuto della lettera aperta firmata da oltre 650 tra professori e ricercatori inglesi di 50 università e da 200 esperti ambientali di rilievo, sottolineando l’importanza di ripensare la ristorazione collettiva come strumento di contrasto alla crisi climatica.
L’appello è stato organizzato da Plant-Based Universities, la campagna studentesca promossa da Animal Rising che dal 2021 chiede che gli atenei mettano nel mirino i menù serviti in mense e bar all’interno dei propri campus, rendendoli sempre più vegetali, sostenibili e inclusivi.
Il cibo è centrale nella lotta alla crisi climatica
Dopotutto, il legame tra alimentazione e crisi climatica è più profondo di quanto siamo abituati a pensare. Il 35% delle emissioni di gas serra di origine antropogenica è associato al cibo, oltre la metà delle quali sono generate dalla sola industria della carne.
Esiste un corpo di studi scientifici sempre più importante e consistente che sottolinea come il cambio dell’alimentazione verso diete più vegetali sia tra le misure più urgenti e necessarie di mitigazione dei cambiamenti climatici.
L’alimentazione vegetale ha infatti un’impronta ecologica di appena un quarto rispetto a una dieta con un consumo di carne giornaliero. Inoltre, da una ricerca dell’Università di Harvard del 2019, è emerso come al Regno Unito basterebbe riconvertire i terreni oggi impiegati per la produzione di mangimi in aree naturali per diventare carbon-negative – ossia quella situazione in cui il saldo di emissioni di CO2 rilasciate nell’atmosfera è inferiore a zero – consentendo così di raggiungere gli obiettivi di emissioni stabiliti con gli accordi di Parigi.

Le università devono tracciare la via
La lettera precisa che non si chiede alle persone di diventare tutte vegane, e a nessuno verrà mai imposto alcun cambiamento di dieta a titolo personale. Tuttavia le università, in quanto principali centri di creazione di conoscenza e di progresso, hanno la responsabilità e il dovere morale di guidare questa transizione alimentare, almeno per ciò che riguarda gli appalti pubblici di cibo.
La campagna Plant-Based Universities è attiva in oltre 50 università. Ad oggi, nel Regno Unito, sono oltre 12 le università che dal 2021 hanno dato il via ad iniziative per rendere i menù delle mense e dei ristoranti nei campus sempre più vegetali, sostenibili e inclusivi.
Come, per esempio, le Università di Birmingham, Cambridge, Londra Queen Mary e Stirling, che hanno approvato mozioni che le impegnano a raggiungere in via incrementale menù 100% vegetali entro pochi anni. Oppure l’Università di Bournemouth, che ha abbassato i prezzi delle alternative vegetali, o la London Metropolitan University, che ha introdotto stabilmente il lunedì meatless. Nelle Università di Londra Goldsmiths e Exeter, invece, è stata completamente eliminata la carne di manzo dalla mensa e da tutti i bar del campus.
Anche in Italia qualcosa si muove
In Italia, nel frattempo, dal 2022 ha preso per il via Mense per il Clima, la nostra campagna per coinvolgere la popolazione universitaria italiana e lanciare un appello agli atenei affinché adeguino i menù delle mense universitarie alle nuove esigenze alimentari, aumentando l’offerta di piatti vegetali a basso impatto ambientale.
Nel nostro Paese ci sono 86 istituzioni universitarie, per un totale di oltre 1,8 milioni persone iscritte e 160 mila tra personale docente e tecnico. Se queste potessero trovare facilmente in mensa delle alternative vegetali, buone ed economiche, con cui ridurre il consumo di carne, l’impatto positivo sull’ambiente e sulla salute sarebbe enorme.
Risale ad aprile 2023 la lettera aperta promossa da Mense per il Clima e firmata da oltre 100 professori e ricercatori di 23 università, per chiedere agli atenei italiani mense più sane e sostenibili per l’ambiente. Nello specifico, veniva chiesto loro di impegnarsi in un percorso di transizione con l’obiettivo di rendere il 50% dei menù vegetali.
Sull’onda dell’appello, gruppi di studenti in numerose università di sono attivati per stabilire un contatto con gli organi competenti. Come, per esempio, la lettera promossa dal Circolo Gemme di Legambiente Roma, in collaborazione con un nutrito gruppo di associazioni tra cui Essere Animali, per chiedere all’ente regionale per il diritto allo studio del Lazio l’attivazione di un tavolo interdisciplinare per una mensa universitaria più sostenibile e inclusiva.
Anche in Italia, quindi, qualcosa si sta muovendo. La strada è ancora lunga, ma la direzione è segnata.