Perché MenoPerPiù?
Scopri le sei ragioni per cui un’alimentazione vegetale è importante
Per il mercato
Oltre al crescente numero di vegetariani e di vegani, sempre più persone scelgono consapevolmente di mangiare meno prodotti di origine animale per la loro salute, per l’ambiente, per questioni etiche o semplicemente per provare qualcosa di nuovo.
In Italia, più di una persona su due ha ridotto il consumo di carne negli ultimi cinque anni [1] e il 6,7% della popolazione è vegetariana o vegana (circa 4 milioni di persone) [2]. Le generazioni più giovani, in particolare, sono particolarmente consapevoli degli impatti negativi di una dieta a base di carne.
La domanda di prodotti vegetali in Italia è complessivamente aumentata di oltre il 20% dal 2020 al 2022 [3] suggerendo l’esistenza di una grossa opportunità di mercato.
[1] https://gfieurope.org/blog/most-consumers-in-western-europe-want-alternatives-to-conventional-meat-survey-shows/
[2] https://eurispes.eu/news/risultati-del-rapporto-italia-2023/
[3] https://gfieurope.org/market-insights-on-european-plant-based-sales-2020-2022/
Per la salute
I più recenti studi scientifici e le organizzazioni che si occupano di salute a livello mondiale confermano che la riduzione del consumo di carne è associata a un miglioramento della salute generale e a una riduzione del rischio di alcune malattie non trasmissibili [1].
Le linee guida per una sana alimentazione italiana [2], emanate a livello ministeriale, raccomandano un consumo quotidiano di cereali integrali, legumi, verdura, frutta, frutta secca e semi oleosi, a fronte di una sostanziale riduzione di carne, soprattutto rossa, e salumi. Questo consente di beneficiare di tutti i vantaggi derivanti da un’alimentazione vegetale, ricca di vitamine, minerali e fibre.
[1] https://www.wcrf.org/diet-activity-and-cancer/cancer-prevention-recommendations/limit-red-and-processed-meat/
[2] https://www.crea.gov.it/web/alimenti-e-nutrizione/-/linee-guida-per-una-sana-alimentazione-2018
Per il pianeta
Non vi sono più dubbi: per contenere l’aumento di temperatura globale sotto ai 2°C e arginare la crisi climatica, è urgente un cambiamento diffuso delle abitudini alimentari verso diete low-carbon, che prevedono un consumo maggiore di alimenti vegetali e una sostanziale riduzione di quelli animali [1].
La produzione di carne e latticini è ecologicamente poco sostenibile: è responsabile del 15% delle emissioni globali di gas serra [2] e di oltre la metà delle emissioni causate dal sistema alimentare [3], sfrutta oltre l’80% delle terre agricole del Pianeta [4] e utilizza oltre la metà dell’acqua destinata all’agricoltura [5]. Di contro, carne e latticini forniscono appena il 18% delle calorie e il 37% delle proteine consumate a livello globale [6], rendendolo, di fatto, un sistema decisamente inefficiente di produzione del cibo.
Il modo più efficace per ridurre le emissioni di gas serra del sistema alimentare è cambiare ciò che mangiamo [7].
[1] https://ipccitalia.cmcc.it/i-punti-essenziali-di-climate-change-and-land-il-rapporto-speciale-ipcc/
[2] https://www.fao.org/news/story/it/item/197623/icode/
[3] https://ourworldindata.org/environmental-impacts-of-food?insight=food-responsible-for-one-quarter-of-emissions#key-insights-on-the-environmental-impacts-of-food
[4] https://ourworldindata.org/global-land-for-agriculture
[5] https://www.waterfootprint.org/time-for-action/what-can-consumers-do/#cropvanimal
[6] https://josephpoore.com/Science%20360%206392%20987%20-%20Accepted%20Manuscript.pdf
[7] https://ourworldindata.org/food-choice-vs-eating-local
Per gli animali
L’aumento della popolazione globale e il progressivo benessere economico hanno portato negli ultimi 50 anni a raddoppiare la produzione globale di carne. Solo nel 2022, in Italia, sono stati macellati circa 3 milioni di bovini, 3 milioni di caprini, 10,5 milioni di suini, 15 milioni di conigli e oltre 535 milioni di polli [1]. Per la quasi totalità provenienti da allevamenti intensivi. Qui gli animali non vedono erba o luce del sole, sono ammassati in spazi ridotti, spesso in gabbia, e subiscono mutilazioni senza alcuna anestesia.
La crescente sensibilità sul tema spinge ad abbandonare questi metodi di allevamento, ma con simili numeri è difficile farlo: serve una significativa riduzione degli attuali consumi di carne, uova e latticini.
[1] http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCSP_MACELLAZIONI
Per il gusto
La nostra proposta spazia dai grandi classici della cucina mediterranea alle altre tradizioni gastronomiche: il risultato è un portfolio con oltre 150 ricette che valorizzano ed esaltano i profumi delle verdure, dei legumi e delle erbe aromatiche. Colori, consistenze e sapori nuovi si fondono armoniosamente in piatti di successo che conquistano anche i palati più scettici.
L’inclusività è il valore aggiunto delle preparazioni dello chef Emanuele Giorgione. Flexitariani, vegetariani, vegani, intolleranti al lattosio e religiosi con restrizioni alimentari possono finalmente godersi la pausa pranzo tra colleghi con piacere e senza preoccupazioni. I pasti a base vegetale possono soddisfare le esigenze di molti di questi gruppi contemporaneamente.
Sperimentare combinazioni creative e ingredienti diversi consente inoltre di distinguersi sul mercato e di realizzare un vantaggio competitivo duraturo e sostenibile.
Per un food cost sostenibile
Introdurre una maggiore scelta di prodotti vegetali nel menù non ha costi aggiuntivi. Al contrario, può portare ad un notevole risparmio economico. La crisi delle filiere globali generata dalla pandemia, aggravata dal conflitto in Ucraina e dagli effetti sempre più palpabili del cambiamento climatico, ha generato una spirale inflazionistica dei prezzi alimentari che interessa in particolare carne, latticini e derivati. Integrare nel menù piatti vegetali si dimostra dunque una scelta lungimirante.
Le ricette sono studiate dal nostro chef Emanuele Giorgione per garantire il massimo rapporto qualità-prezzo. Sviluppiamo menù ad hoc sulla base delle forniture abituali, dell’attrezzatura di cucina e dei flussi di lavoro. Il risultato è un aiuto concreto a un settore in difficoltà a causa dell’aumento delle tariffe energetiche e della materia prima.
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